Pillole di viaggio (4) Uzbekistan

Oggi vi porto in viaggio in un paese davvero poco conosciuto:
l'Uzbekistan. 
La prima cosa che colpisce, di questa nazione dell'Asia centrale, ex Repubblica Sovietica, è scoprire che qui si trova la leggendaria Samarcanda!
Pensateci, da sempre ne sentiamo parlare, ma ci risulta difficile collocarla, e addirittura molti pensano che non sia reale.
Esiste. E non solo nella canzone.
Il must di Samarkand?
Il Registan, "luogo di sabbia" la piazza - immensa - dove si ascoltavano i proclami, e dove rotolavano le teste di chi non si era comportato benissimo.
È circondata sui lati da tre madrasse (scuole); all'interno, bancarelle di ogni tipo dove comprare articoli in seta, di ottima qualità, e medio bassa finitura. Anche i tappeti qui sono un orgoglio nazionale, e molti i capi in cotone, sul cui raccolto si basa l'economia del paese; ho provato a raccoglierlo, e devo dire che le stagioni della frutta da noi sono meglio. Tanto.
Consiglio fondamentale: andate al Registan di sera, perché di giorno è splendida, al tramonto toglie il fiato, ma, se avrete fortuna, come ne ho avuta io con un gruppo di clienti, e capiterete in una delle sere in cui è previsto lo spettacolo luminoso. . . be', non si può spiegare. Punto.
Una delle stranezze di cui ci si rende conto a Samarcanda, e poi in tutto l'Uzbekistan:
C'è una sola marca di auto, con tre modelli! È la Daewoo, e il motivo del monomarca è semplice: qua c'è una grande fabbrica di queste auto, quindi l'acquisto è "caldamente" consigliato. Chi vuole, può anche comprare altre marche, ma il costo finale sarebbe enorme, a causa della extra tassazione. . .
L'altro luogo imperdibile, di queste terre del sanguinario Tamerlano, è Khiva.
Khiva: ventiquattro ettari di mondo rimasti indietro. Le prime notizie di questo luogo si hanno dall'8° secolo, ma intorno al 1600 diventano più precise.
Questo museo a cielo aperto, città carovaniera e dedita al traffico di schiavi, con le incredibili mura inclinate, ad andamento sinusoidale, è un capolavoro di minareti e palazzi, torri panciute, moschee e fortezze, di una raffinatezza commovente.
È costruita in pise', che sono mattoni crudi, cioè terra, e paglia. Ha resistito secoli, anche se gli inverni sono freddi e a volte anche nevosi; fantastico.
Questo materiale così "basico" è impreziosito da una quantità di delicate ceramiche decorate, tutto su sfondo blu intenso; l'effetto della luce su queste mattonelle ti stende. Diciamo che, se volete corteggiare qualcuno, portarlo al tramonto ad osservare la cittadella dall'alto delle mura, aiuta. Imperdibile.
Curiosità: si vedono un sacco di decorazioni che sembrano fiocchi, o farfalle; sono il simbolo della lotta tra bene e male, religione Zoroastriana, molto diffusa in queste regioni nei secoli passati. L'ho ritrovata in altri viaggi, in Azerbaijan, ad esempio, dove il fuoco naturale - caro ai seguaci - (gas del sottosuolo) è molto diffuso.
In conclusione, ancora un consiglio: non può mancare un trekking nel deserto del Qyzylqum (lo so, sembra un codice fiscale); al termine, se l'odore di pecora e sterco secco (si brucia come combustibile) non vi fermano, una notte in una Yurta vi fornirà un ricordo indelebile. Anche per le narici.
Buon viaggio, appena si potrà.
Remo Menardo - guida escursionistica

Sotto, gli approfondimenti.


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